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Business: cosa vendere nei Paesi Bassi e come

Cari imprenditori e business man, sappiamo perfettamente che siete alla costante ricerca di nuovi mercati verso cui espandervi. Se la maggior parte delle persone vi consiglierebbe solo ed esclusivamente l’Inghilterra e gli Stati Uniti d’america, forse anche la Germania, noi ci sentiamo in dovere invece di segnalare i Paesi Bassi. I Paesi Bassi spesso non vengono presi in considerazione, ma è sbagliato perché si tratta di paesi ricchi, dove le persone sono pronte a spendere molto sempre che gli si offra un prodotto di altissimo livello.

Cosa vendere nei Paesi Bassi? Andiamo subito a scoprirlo insieme, ma prima ci sentiamo in dovere di darvi qualche piccolo consiglio pratico sul come vendere. Molti business man che ci stanno leggendo infatti avranno già iniziato a fare i loro voli pindarici, fantasticando su quale sia la zona migliore dove aprire un negozio o un’azienda. Niente di più sbagliato. Commercializzate direttamente dall’Italia, con prodotti che così risulteranno Made in Italy al cento per cento perché del tutto realizzati sul suolo del nostro bel Paese e con la possibilità da parte vostra di risparmiare davvero molti soldi. Il commercio lo potete poi fare direttamente online. Abbiamo il web, sfruttiamo al massimo il suo potere, non sembra anche a voi la cosa più giusta da fare? Per quanto riguarda il trasporto merci olanda, niente paura. Ci sono oggi infatti molte aziende specializzate che offrono gli adeguati servizi doganali e che garantiscono spedizioni veloci, precise, puntuali e anche molto flessibili. Che cosa si intende per spedizioni flessibili? Che potete scegliere di riempire un intero camion, nel caso in cui siate in possesso di molte merci da dover spedire, oppure lo potete dividere con altre aziende, con il servizio quindi groupage, nel caso in cui le spedizioni che dovete fare siano di esigua entità.

Detto questo, ecco quali sono i prodotti italiani che vanno per la maggiore in Olanda:

  • Prodotti agroalimentari. Dobbiamo ammettere che i prodotti agroalimentari Made in Italy stanno riscuotendo negli ultimi anni un successo immenso in ogni paese del mondo, Olanda compresa. Proprio per questo motivo è bene prenderli in considerazione per le vostre esportazioni. In modo particolare sembrano essere molto apprezzati i formaggi, i salumi, le conserve e l’olio extra vergine di oliva, ma anche i prodotti dolciari. Attenzione, è fondamentale per riuscire ad avere successo in Olanda che questi prodotti risultino di altissima qualità, soprattutto per chi non vuole distribuirli solo ed esclusivamente nella GDO. I negozi infatti di specialità italiane e i ristoranti italiani sono ciò a cui dovete puntare se volete davvero incrementare le vostre entrate. Se poi i vostri prodotti risultano biologici, e certificati tali, tanto meglio. A quanto pare infatti gli olandesi sono tra le popolazioni che più delle altre presta attenzione proprio a questo dettaglio.
  • Prodotti enologici. In Olanda si consuma soprattutto birra ed è difficile che le birre degli altri paesi riescano qui ad avere successo. La produzione di birra olandese è infatti eccellente. Diverso il discorso per quanto riguarda il vino. Il consumo di vino è inferiore a quello della birra, ma è cresciuto molto nel corso degli anni. Il bello poi è che praticamente non esiste produzione di vino locale. Il mercato quindi è aperto all’arrivo del vino da altri paesi. In questo caso, cari businessman, vi consigliamo puntare verso la grande distribuzione, perché gli olandesi non sembrano almeno per il momento pronti a spendere molti soldi quando vanno a cena fuori.

Attenzione, se deciderete di commercializzare prodotti di questa tipologia, è fondamentale che la ditta su cui farete affidamento vi possa garantire un trasporto a temperatura controllata, così che i prodotti possano essere conservati al meglio, arrivando a destinazione in modo impeccabile.

Missione economica in Cina, l’Abruzzo avvia importanti relazioni istituzionali

Si conclude oggi, 4 giugno, la Missione economica Italia in Cina nelle città di Changqing, Shanghai e Pechino, iniziata lo scorso 30 maggio. La Missione di Sistema è stata organizzata dall’ Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), da Confindustria e dall’Associazione Bancaria Italiana (ABI), sotto l’egida del ministero dello Sviluppo Economico e del ministero degli Affari Esteri.
A guidare la missione il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Maurizio Sacconi, il vice ministro allo Sviluppo Economico Adolfo Urso, il presidente dell’ICE Umberto Vattani, il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e il direttore generale dell’ABI Giovanni Sabatini. Presenti nella Delegazione di vertice anche il segretario generale del ministero degli Affari Esteri Giampiero Massolo, il presidente della Piccola Industria di Confindustria, Vincenzo Boccia e il vice presidente per l’Internazionalizzazione di Confindustria, Paolo Zegna.
Circa 600 i partecipanti italiani alla Missione, con 230 aziende, 9 gruppi bancari e 18 associazioni industriali. Presente anche l’Abruzzo, rappresentato dal delegato di Abruzzo Sviluppo, Angelo De Luca, da un delegato di Confindustria Abruzzo e da due imprese abruzzesi testimonial delle produzioni regionali.
“Abbiamo realizzato una serie di incontri molto importanti – ha detto il delegato di Abruzzo Sviluppo Angelo De Luca – grazie anche all’azione del coordinatore degli uffici ICE in Cina, Antonino La Spina. Con il presidente della Foreign Trade & Economic Relation Commission Yuzhong District Government, Xianghong Jiang – ha spiegato De Luca – si è parlato di una possibile azione di integrazione di alcune realtà automotive cinesi con il Polo dell’Automotive, appunto, che si sta realizzando in Abruzzo.
Mentre a Changqing (città di 15 milioni di abitanti, in una regione di 37 milioni, ndr) ci siamo concentrati sui settori industriali e sugli incontri B2B – ha proseguito il delegato di Abruzzo Sviluppo – a Shanghai abbiamo assistito alle celebrazioni per il 2 giugno presso il padiglione italiano, con la fanfara dei carabinieri, alla presenza del ministro Sacconi, del vice ministro Urso e del loro omologhi cinesi”.
De Luca ha poi incontrato Song Xiaoguo, il vice direttore generale del “Changqing foreign trade and economic relations commission, Port Administration office Changqing Municipal Government” (praticamente il corrispettivo, in loco, di Abruzzo Sviluppo, ma in una regione di 37 milioni di abitanti, ndr) ed è stato in riunione con Rui Mi, la responsabile dell’attrazione degli investimenti cinesi in Italia: “Prevediamo di ospitare quanto prima in Abruzzo una delegazione della Confindustria cinese, ma noi stessi torneremo in Cina a settembre per l’Expo di Shangai”.
La partecipazione dell’Abruzzo alla Missione di Sistema in Cina, infatti, è uno dei primi atti del Piano di Marketing territoriale della Regione, che nelle scorse settimane aveva preso avvio con la visita a Pechino del vicepresidente della Regione Alfredo Castiglione.

L’approfondimento dei rapporti commerciali tra l’Abruzzo e la Cina proseguirà, come detto, a settembre, con la partecipazione dell’Abruzzo all’Expo di Shangai.
Tre le invenzioni abruzzesi che parteciperanno all’Expo di Shangai 2010, vere e proprie “eccellenze” selezionate dal Ministero della Pubblica Amministrazione e dell’Innovazione e dal Commissariato italiano per l’Esposizione di Shanghai.

Halloween:anche quest’anno non sarà business stregato

 

Halloween: per le zucche crollo dei prezzi sui campi, ma le vendite s’annunciano in calo. Anche quest’anno non sarà business stregato

La Cia sottolinea che le difficoltà economiche avranno effetti negativi su questa particolare festa di origine anglosassone. Gli acquisti di zucche dovrebbero scendere tra il 3 e il 5 per cento nei confronti dello stesso periodo del 2008. Stabili o in lieve crescita solo quelle grandi e ornamentali. Gli oltre 8 milioni appassionati della “notte delle streghe” spenderanno attorno ai 280 milioni di euro, con un calo del 5 per cento rispetto all’anno passato.

Anche quest’anno s’annuncia un Halloween in tono minore. E, quindi, le difficoltà congiunturali non risparmieranno neppure le zucche nostrane. Le vendite di questo particolare prodotto agricolo, nonostante i prezzi sui campi siano diminuiti rispetto al 2008, non dovrebbero registrare aumenti in coincidenza di tale ricorrenza. Anzi, si annuncia un calo tra il 3 e il 5 per cento nei confronti dello stesso periodo dello scorso anno. Forse qualche eccezione dovrebbe registrarsi per le zucche decorative che potrebbero segnare una sostanziale stabilità o al massimo una crescita molto lieve, attorno all’1,5 per cento.


A segnalarlo è la Cia-Confederazione italiana agricoltori per la quale non sarà molto alta la febbre per la “notte delle streghe”.
Dunque, anche il 2009, vista la crisi economica che continua a tagliare i bilanci familiari, non segnerà il solito “business stregato”. Gli oltre 8 milioni appassionati di questa festa di origine anglosassone si troveranno costretti a spendere di meno. Saranno ridimensionati i consumi di un fenomeno commerciale che negli anni è entrato prepotentemente nel nostro costume. Si dovrebbe spendere attorno ai 280 milioni di euro, con un calo del 5 per cento nei confronti dell’anno passato. Una flessione sia sul fronte degli acquisti di costumi, degli oggetti per addobbi, delle maschere che delle cene nei locali tra il 31 ottobre e il primo novembre prossimi.
La produzione nazionale di zucche -ricorda la Cia- si attesta attorno ai 58-60 milioni di chili, il cui consumo si spalma durante tutto l’anno. Al di là della crisi, comunque, Halloween ha sempre inciso poco sul mercato. Negli anni passati, tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre si sono avuti aumenti non significativi delle vendite. Soltanto quelle decorative hanno messo a segno incrementi, ma queste vengono utilizzate soprattutto nei locali e pochissimo nelle case, come invece avviene negli Stati Uniti e in molti paesi dell’Europa del Nord, dove è nata questa particolare festa.
La zucca -sottolinea la Cia- è di origine americana. Insieme alla patata e al pomodoro, è stato uno dei primi ortaggi importati dopo la scoperta dell’America. La coltivazione nazionale copre complessivamente una superficie di duemila ettari di terreno. Essi si trovano in Lombardia (Mantova, Cremona, Brescia), in Emilia-Romagna (Ferrara), in Veneto (Venezia) e nella Campania. Sono prodotti destinati al consumo alimentare. Negli ultimi anni è cresciuta la coltivazione di varietà di zucche a scopi ornamentali (possono pesare anche dai 300 ai 400 chili), vendute soprattutto per la festa di Halloween.
La zucca -sostiene la Cia- ha un elevato contenuto d’acqua (94 per cento). E’ buono il contenuto di vitamina A (carotene) e di alcuni sali minerali (fosforo in particolare), discreto quello delle vitamine B, C e di potassio. Ha un buon potere glucidico e notevole è anche la presenza di fibre.
Tra le varietà da essa derivate, le più note -dice la Cia- sono la “Napoletana”, a peponide verde chiaro, la “Zucca a Turbante”, così chiamata per la sua caratteristica forma, la “Grigia di Boulogne” e la “Marina di Chioggia ” (Zucca Barucca).

La seconda, conosciuta anche come “zucca pepona” o “zucca torta” -frutti oblunghi, arcuati, rigonfi alle estremità, con peduncoli a sezione pentagonale- è di colore verde scuro o arancione ed ha polpa dolce e tenera.

Le sue varietà più comuni sono: la “Piena di Chioggia” e la “Piena di Napoli”.
Molti imprenditori agricoli -in particolare donne- in Italia si sono impegnati nella conservazione di alcune varietà tradizionali, come la zucca “Marina di Chioggia” del Veneto, la “zucca violina” della Valle del Mezzano a Ferrara, la zucca di Castellazzo Bormida in Piemonte e la “zucca lardaia” di Siena.

 

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E’ nata dh corporation, nuova società di distribuzione di capi di abbigliamento

 

E’ nata dh corporation, nuova società di distribuzione di capi di abbigliamento. Un’organizzazione che dà risalto a nuove forme di espressione, nuove interpretazioni della moda e delle tendenze del nostro tempo.

I prodotti DH spaziano dai capi di vestiario, agli accessori, alle calzature, fino agli oggetti piú particolari per uomo e donna. Imprescindibile è l’attenzione e la ricerca da parte dello staff DH per proporre prodotti dal concept innovativo, dallo stile speciale e il piú possibile personalizzato.

Spaziando dal “trasandato chic” dello streetwear di nuova generazione all’eleganza ed essenzialità delle nuove proposte di designer e stilisti emergenti, DH Corporation lavora al fianco dei dettaglianti proponendo capi unici ed esclusivi, realizzati e lavorati artigianalmente da professionisti del settore. Non soltanto quindi semplici articoli di vestiario, ma pezzi unici nel loro genere che testimoniano lo stile e la passione di chi li crea.

DH CORPORATION non è solo questo, ma offre anche servizi di:

Distribuzione brand emergenti,supporto per lo sviluppo e il posizionamento del brand,per la scelta dei punti vendita più idonei,la creazione della comunicazione ad hoc e lo sviluppo della rete distributiva.


Consulenza su collezioni in produzione e sulle nuove tendenze, aggiornamento stile per le nuove linee in produzione, creazione collezioni ad hoc sulla base di direttive e linee guida prestabilite, soluzioni di visual merchandising e pianificazione tematiche stagionali, servizi di personal styling professionale.

Attività di ufficio stampa, organizzazione di eventi e presentazioni presso lo show room DH.

Supporto per la comunicazione below the line e web.

Link: www.dhcorp.it


Piemonte: nuovi esperimenti per il futuro del terziario commerciale

“Valutare e monitorare le politiche del Terziario commerciale”: questo il titolo del convegno organizzato venerdì prossimo presso l’assessorato regionale al Turismo.

È finito il tempo delle troppo semplicistiche guerre fra le diverse tipologie distributive, degli esercizi commerciali tradizionali (negozi di vicinato) contro media e grande distribuzione. Si tratta di querelles oggi superate da una competizione che va a giocarsi, più che fra singole strutture di vendita, su più estesi ambiti territoriali. La capacità di competizione dei relativi sistemi sarà fortemente condizionata da quanto pubblico e privato insieme sapranno organizzare in termini di offerta complessiva e valorizzazione del territorio.

Il Convegno vedrà tra i suoi relatori Luigi Ricca, assessore regionale al commercio, Alessandro Barberis, presidente C.C.I.A.A. di Torino, Pierre Francis, direttore AMCV (Association du Management de Centre Ville – Belgio) il Prof. Franco Prizzon, del Politecnico di Torino, Elena Franco della TCM Italia, Sabrina Pelassa della società Area, Renato Viale, presidente di Confcommercio Piemonte e Maria Luisa Coppa, presidente Ascom Torino.

L’incontro sarà anche l’occasione per conoscere, in merito al tema delle competitività territoriali, nuovi strumenti di analisi e valutazione (in parte di matrice estera, scuola belga in primis) applicati per ora in modo sperimentale su due specifiche realtà comunali piemontesi (Chivasso e Santa Vittoria d’Alba).

Durante il convegno si parlerà anche dell’idea di lanciare un master post Laurea che qualifichi una nuova figura professionale, il “town center manager