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Il sistema del cambio merce pubblicitario per ottimizzare la gestione aziendale

Cambio merce pubblicitario: che cos’è

Il cambio merce pubblicitario è un sistema ormai molto in voga che permette alle aziende di farsi pubblicità senza intaccare le liquidità, ma semplicemente attingendo alle rimanenze di magazzino. Se ci trovassimo insomma nel 1800 e non nell’era del web 3.0 lo chiameremmo “baratto”. Il baratto non va visto come qualcosa di spicciolo o poco professionale, tutt’atro. E’ la forma più antica in assoluto di commercio ed ha portato alla creazione della moneta e dei sistemi di pagamento attuali: è dal baratto che è partito tutto. A conti fatti le aziende acquistano pubblicità e pianificanocampagne pubblicitarie in cambio di merce. E’ un sistema che va studiato a fondo ma che consente di attingere a numerosi servizi ed è conveniente per ambo le parti: l’azienda richiedente e l’agenzia che fornir&a grave; il servizio. Non dimentichiamo inoltre che le merci (soprattutto alcune, come quelle informatiche) tendono a diventare obsolete in tempi davvero brevi e disfarsi delle rimanenze di magazzino, che spesso sono davvero tante, è nel pieno interesse delle aziende, che altrimenti rischierebbero di essere costrette a cestinare tutto senza veder rientrare un solo centesimo…uno spreco assolutamente inutile! Il cambio merce pubblicitario permette di ovviare a numerose problematiche comuni più o meno a tutte le aziende, delle quali lo spreco rappresenta a conti fatti soltanto la punta dell’iceberg.

Cambio merce pubblicitario: a chi rivolgersi per cominciare?

Partiamo dal presupposto che per effettuare un cambio merce pubblicitario è assolutamente indispensabile rivolgersi ad un’agenzia specializzata. Le agenzie sono composte (per lo meno le più serie!) da team completi in grado di affrontare a 360° la pianificazione e la creazione di una campagna pubblicitaria. Questo vorrà dire che saranno presenti articolisti, esperti di marketing, designer e intermediari vari ed eventuali. Il barter, ovvero colui che si occuperà di definire gli accordi tra le due parti, dovrà stabilire un obiettivo al quale la campagna sarà finalizzata (ottenere nuovi feedback, colpire un determinato target, entrare all’interno di una nuova cerchia di utenti ecc), dovrà poi stabilire i mezzi di comunicazione da utilizzare basandosi ovviamente sul budget e di conseguenza dovrà decidere se realizzare una c ampagna mista, composta da immagini, spot, spot radiofonici e articoli sul web e su carta, oppure una campagna più ristretta, che riguardi ad esempio soltanto gli spot radiofonici. Tra i vari dettagli il barter si occuperà poi, attraverso l’ausilio di esperti di marketing, di decidere in quali fasce orarie o in quali giornate e soprattutto su quali canali (parliamo sia di tv che ad esempio di quotidiani) far uscire gli spot o le immagini pubblicitarie. Avrà poi il compito di visionare la merce proposta dall’azienda per il baratto per darle un valore e capire quanto sarà in grado ad occhio e croce di fruttare.

Cambio merce pubblicitario: come può ottimizzare la gestione aziendale?

Il cambio merce pubblicitario può ottimizzare la gestione aziendale per svariati motivi. Innanzitutto consente all’azienda di non avere la necessità di attingere alle liquidità. Non andrà quindi a gravare sul bilancio aziendale: la merce che verrà ceduta in baratto è merce teoricamente già fatturata e non saranno presenti in bilancio debiti accumulati per finalità promozionali. Consente di svuotare i magazzini dalle rimanenze, permettendo all’azienda di sgravarsi del compito di smaltire le eccedenze. Non dimentichiamo che spesso per abbattere i costi le aziende sono costrette a sovraprodurre, giocando sulle quantità, motivo per il quale non esiste al mondo azienda che non abbia un magazzino discretamente pieno di rimanenze. Il cambio merce pubblicitario poi, inutile specificarlo, è un sistema di autof inanziamento a bassi costi assolutamente limpido, trasparente. Non risulta tra le linee di credito, e consente pertanto all’azienda di avere un margine assolutamente più positivo qual’ora necessiti di attingere a nuove liquidità. Un esempio? I prestiti! Qual’ora l’azienda dovesse richiedere un prestito per un qualsiasi motivo interno di gestione, lapubblicità non andrebbe ad intaccare negativamente il fatturato totale, e dal momento che le spese pubblicitarie sono solitamente molto elevate (e lo sono tanto più è grande l’azienda!) sarebbe possibile giostrarsi su cifre più elevate, con prestiti più consistenti e restituzioni più brevi, compattate in poche rate di alto valore per comodità.